Invalidità, via alla revoca dell’Assegno: la spiazzante decisione dell’INPS

Qual è il motivo dietro lo stop delle erogazioni dell’assegno di invalidità? C’è una giusta motivazione a sostegno della decisione.

L’invalidità non sempre è una conduzione persistente nel tempo e destinata a peggiorare. Ci sono casi in cui il paziente può migliorare e recuperare parte delle capacità motorie. Proprio in queste circostanze l’INPS può – sostenuto dalla Legge – procedere con la revoca dell’assegno mensile.

Stop all'assegno di invalidità, l'INPS ferma le erogazioni
Stop all’assegno di invalidità, l’INPS ferma le erogazioni (Capitanoultimo.it)

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale eroga l’Assegno di Invalidità Ordinaria ai lavoratori con capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di un’infermità fisica o mentale. La prestazione è prevista, poi, solo se il richiedente ha versato almeno cinque anni di contributi di cui tre nel quinquennio precedente alla domanda.

Il beneficiario potrà ricevere il beneficio per tre anni, poi dovrà chiedere il rinnovo e sottoporsi a nuova visita medica per accertare che i requisiti di invalidità siano ancora soddisfatti. Al terzo rinnovo la misura diventerà definitiva e al compimento dei 67 anni si trasformerà in pensione di vecchiaia qualora sussistano i requisiti. Cosa accadrebbe se durante la visita di revisione la Commissione riscontrasse un miglioramento delle condizioni che hanno determinato la concessione dell’Assegno di invalidità?

Se migliorano le condizioni di salute addio all’invalidità

Sta accadendo sempre più spesso, l’INPS revoca l’assegno di invalidità a persone con malattie degenerative come la Charcot-Marie-Tooth in seguito ad un miglioramento delle condizioni di salute. Parliamo del disordine neurologico ereditario del sistema nervoso periferico più diffuso (1 persona su 2.500), una neuropatia rara e complessa senza cura ma solo con trattamenti per contenere i sintomi.

INPS, revoca dell'assegno di invalidità con malattie neurodegenerative
INPS, revoca dell’assegno di invalidità con malattie neurodegenerative (Capitanoultimo.it)

Ebbene, da diverse Regioni sono giunte segnalazioni all’associazione ACMT-Rete di revoche dell’assegno di invalidità alle persone affette da questa patologia. Il motivo è il mancato riscontro di infermità tali da causare una permanente riduzione a meno di un terzo della capacità di lavoro dopo la revisione per motivi reddituali. Pur essendo una malattia progressiva e senza cura l’ente della previdenza sociale ha proceduto con lo stop al beneficio. Tale condotta è considerata dall’associazione offensiva e lesiva moralmente sia per chi è affetto da invalidità ma specialmente per chi ha la neuropatia gravemente invalidante.

Considerando l’inequivocabile incapacità lavorativa non si capisce su che basi la decisione sia stata presa. L’ACMT-Rete sottolinea, inoltre, come le tabelle di valutazione dell’invalidità civile si basano sulla riduzione della capacità di lavoro generica, l’assegno ordinario di invalidità si basa sulla diminuzione delle capacità di lavoro inerente alle attitudini del richiedente. Questo crea una contraddizione di Legge, perché l’assegno è stato prima concesso e poi revocato pur non essendo cambiata la mansione?

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