È stato lanciato un allarme a cui non si sa dare ancora risposta. Un dubbio che i percettori di Carta Dedicata a te devono sciogliere prima di usare la card.
Nell’elenco dei beneficiari della Carta Dedicata a Te sono risultate anche le famiglie che percepiscono l’Assegno di Inclusione o la Carta Acquisti. Secondo da normativa tali nuclei sono esclusi dal sussidio, come mai hanno ricevuto ugualmente i soldi?
La Carta Dedicata a Te ha poche regole da rispettare. Non bisogna fare domanda del beneficio ma solamente attendere la comunicazione da parte del Comune di residenza con l’avviso di poter ritirare la card presso un Ufficio Postale. Una volta ritirata basterà effettuare un primo pagamento entro il termine ultimo previsto (il 16 dicembre 2024 per le erogazioni in atto) e spendere l’intera somma entro il 28 febbraio 2025.
I soldi (500 euro) potranno essere utilizzati per comprare beni alimentati, carburante e abbonamenti al trasporto pubblico locale. Un beneficio semplice, dunque, destinato alle famiglie con ISEE entro i 15 mila euro e minimo tre componenti. Ci sono, però, degli esclusi importanti inseriti dalla Legge di Bilancio 2024. Parliamo dei percettori di Assegno di Inclusione (misura che prevede il versamento di un sussidio economico mensile) e la Carta Acquista (altra misura con erogazioni pari a 80 euro bimestrali).
Ad agosto l’INPS ha inviato la lista dei beneficiari della Carta spesa da 500 euro ai Comuni e questi hanno proceduto con l’invio delle comunicazioni alle famiglie. Questi avvisi sono arrivati anche ai nuclei familiari percettori di AdI e di Carta Acquisti nonostante il Decreto attuativo escluda tali categorie dal beneficio. Com’è possibile? I casi sono due.
L’INPS ha proceduto alle erogazioni nonostante l’esclusione a causa del reddito molto basso delle famiglie oppure ha commesso un errore. Non ha valutato correttamente a chi spettasse o meno l’aiuto economico e ora tante famiglie si ritrovano con soldi a loro non destinati. Come sapere quale tra i due casi è quello giusto? Consigliamo di accedere al portale del Comune di residenza per capire se ci sono avvisi di correzioni agli elenchi o di possibilità di errore.
Se nulla dovesse esserci scritto si potrebbe contattare direttamente l’ente della previdenza sociale per chiedere spiegazioni ed evitare di spendere soldi che poi si dovrebbero restituire. Dato l’equivoco potrebbe accadere che a breve l’INPS comunichi sul sito un chiarimento ma in attesa aspettare ad utilizzare la card, tanto c’è tempo fino a dicembre per effettuare il primo pagamento.
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