Per fine settembre è stata fissata la scadenza della TARI. Ecco cosa rischiano i contribuenti che non adempiono in tempo.
La TARI è l’imposta comunale che va versata per sostenere il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Essendo una tassa a carattere locale, la sua scadenza non è univoca, ma varia a seconda del Comune di residenza.
Di norma, il pagamento può avvenire in un’unica soluzione oppure può essere suddiviso in più rate. In genere, la prima rata va pagata entro la fine di aprile, la seconda entro la fine di luglio e la terza entro la fine dell’anno di riferimento. In alcuni Comuni, tuttavia, il saldo è fissato per fine settembre. Ma cosa succede se gli interessati pagano oltre tale scadenza? Quali sanzioni possono essere irrogate? Ecco cosa prevede la legge.
Ecco cosa rischi se non paghi la TARI: presta massima attenzione
In moltissimi Comuni italiani il pagamento della TARI è stabilito per il 16 settembre (come Barletta, Brescia e Napoli) o il 30 settembre (ad esempio, a Lamezia Terme, Olbia, Roma, Modena e Rimini). Ma quali sono le conseguenze in caso di ritardo o mancato pagamento dell’importo dovuto?
La tassa può essere versata anche in ritardo, ma verrà applicata una maggiorazione sulla somma dovuta, a seconda della tempistica del ritardo. Se quest’ultimo non supera i 14 giorni, la sanzione è del 15%, se il ritardo va dai 15 ai 90 giorni, la sanzione è del 15% della tassa, mentre per i ritardi superiori a 90 giorni la maggiorazione è pari al 30%.
Gli interessati, però, hanno a disposizione il cd. ravvedimento operoso, ossia il saldo spontaneo, senza che sia intervenuto alcun sollecito. In tal caso, la sanzione viene ridotta:
- dello 0,1% dell’imposta, per ciascun giorno di ritardo, se si adempie entro 14 giorni dalla scadenza;
- dell’1,5% dell’imposta (più gli interessi), se si adempie tra il 15° e il 30° giorno dalla scadenza;
- dell’1,67% dell’imposta (più gli interessi), se si adempie tra il 30° e il 90° giorno dalla scadenza;
- del 3,75% dell’imposta (più gli interessi), se si adempie tra il 90° giorno e l’anno dalla scadenza.
La sanzione va, invece, pagata per intero se il versamento viene effettuato dopo un anno.
Se non si paga del tutto l’imposta, dopo la ricezione della cartella esattoriale e il mancato saldo della stessa, il Comune può attivare la procedura per l’esecuzione forzata e il Tribunale potrebbe ordinare il pignoramento dei beni del cittadino debitore. Se la somma evasa è maggiore di 30 mila euro, può esserci anche la denuncia penale da parte del Comune.