Addio pensione nel 2025, molti lavoratori dovranno modificare i piani e continuare a lavorare più a lungo del previsto.
Quando arriverà l’ufficializzazione della Legge di Bilancio 2025 avremo la certezza delle forme di pensionamento attive il prossimo anno e delle condizioni che richiederanno. Al momento giungono solo rumors e non sono molto favorevoli ai lavoratori.
Nel 2025 ci saranno delle novità con riferimento alle pensioni, questo è certo. Il problema è che difficilmente arriveranno belle sorprese considerando il contesto attuale. Per mettere in pratica la Riforma delle Pensioni che vorrebbero i cittadini con il superamento della Legge Fornero, l’introduzione di misure strutturali flessibili e scivoli senza grossi tagli dell’assegno servono soldi che il Governo non ha. Gli interventi necessari per mandare avanti l’Italia sono numerosi mentre le risorse scarseggiano.
Come se già la situazione non fosse drammatica si aggiunge l’obbligo UE di ridurre il debito pubblico dal 7,4% al 3%. E quando l’Europa chiede l’Italia deve ascoltare ma per rispondere adeguatamente i cittadini dovranno dire addio a diverse misure come la Carta Dedicata a Te, i Bonus per la casa e gli scivoli pensionistici anticipati. Non sappiamo fino a dove si spingerà il Governo né quale direzione percorrerà ma sappiamo che l’uscita anticipata dal mondo del lavoro diventerà sempre più complicata.
Gli scivoli pensionistici avranno finestre di decorrenza sempre più lunghe
L’ipotesi più certa è che i lavoratori andranno in pensione sempre più tardi. A cambiare nel 2025 potrebbero essere alcune delle finestre di decorrenza oggi attive. Parliamo di quel periodo di tempo che intercorre tra la maturazione dei requisiti anagrafici e/contributivi che garantiscono l’accesso alla pensione e l’erogazione del primo rateo pensionistico. Facciamo un esempio per comprendere meglio.
Quota 103 nel 2024 permette di fare domanda di pensionamento a 62 anni di età e con 41 anni di contributi ma il primo assegno si riceverà dopo sette mesi se si è lavoratori dipendenti privati e dopo nove mesi se si è dipendenti pubblici. Finestre di decorrenza ancora più lunghe per Opzione Donna. Parliamo di dodici mesi di attesa per le dipendenti e di diciotto mesi per le autonome.
Più corte quelle della pensione anticipata ordinaria – tre mesi – e della pensione per i precoci – tre mesi. Allungando alcune di queste e altre finestre si inizierebbero a pagare i lavoratori in pensione più in là nel tempo riuscendo a gestire meglio la spesa pubblica. Ecco perché la Legge di Bilancio 2025 potrebbe intervenire proprio sulle finestre di decorrenza. Da tre a sei mesi per le pensioni anticipate ordinarie è un’ipotesi della nuova realtà che si potrebbe prospettare ad anno nuovo.