Familiari conviventi, non sempre le spese sanitarie si possono portare in detrazione. C’è una condizione che toglie ogni diritto.
Come per ogni altro onero e spesa, anche i costi sostenuti in ambito sanitario si possono portare in detrazione nel modello 730 a condizione di seguire alcune regole generali come l’obbligo di indicare le spese nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state effettuate.
Nella dichiarazione dei redditi 2024 si possono portare in detrazione le spese sanitarie del 2023. Ricordiamo che l’inoltro del modello 730 deve avvenire entro il 30 settembre. Pochi giorni ancora, dunque, per ottemperare all’obbligo e procedere con la compilazione corretta del documento in autonomia o tramite l’aiuto del CAF.
Con riferimento alle spese detraibili ricordiamo che vige il dovere di conservare i giustificativi per tutto il tempo in cui l’Agenzia delle Entrate può effettuare un accertamento ossia fino al 31 dicembre del quinto anno successivo la presentazione delle dichiarazione. Fatture, ricevute fiscali, scontrini parlanti sono prove dell’avvenuto pagamento da esibire all’occorrenza. Le detrazioni si fruiscono se le spese sono a carico di chi le sostiene e nel limite di imposta annua. Si ammette anche la spesa per i familiari a condizione che siano fiscalmente a carico.
Niente detrazioni per i familiari non a carico ma ci sono delle eccezioni
Sono ammesse a detrazione le spese per i familiari a carico ossia coloro che hanno un reddito entro i 2.840,51 euro oppure 4 mila euro se minori di 24 anni. Superando questi limiti il contribuente non potrà detrarre le spese di moglie o figli. I redditi vanno calcolati nell’anno in cui si è effettuata la spesa. Significa che se il figlio di 22 anni nel 2023 ha guadagnato 5 mila euro allora la spesa sanitaria per lui sostenuta dal genitore non potrà essere detratta nel modello 730 2024.
Se la spesa è intestata al genitore e sostenuta per il figlio che supera i limiti reddituali allora non potrà fruire della detrazione né la persona che ha pagato (il genitore) né chi ha beneficiato della prestazione (il figlio). Alla regola esiste, però, un’eccezione. Sono detraibili le spese sanitarie sostenute nell’interesse di familiari non a carico solo se risultano affetti da patologie che danno diritto all’esenzione ticket sanitario.
L’importo massimo è di 6.197,48 euro. Ricordiamo che si può portare in detrazione IRPEF il 19% delle spese sanitarie sostenute per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro. La franchigia non si applica solo sulle spese effettuate per le persone con disabilità. Queste e altre informazioni sono disponibili nella Guida fiscale dell’Agenzia delle Entrate.